Dichiarazione di Francesco Ruscelli, Segretario provinciale PD
La festa è l’8 marzo: tutti d’accordo. Il problema si conferma il 9 marzo: ognuno torna nel suo recinto e i cambiamenti si mantengono lenti e difficili. D’altronde ci sarà pure una ragione per la quale l’8 marzo si è festeggiato per grande parte del Novecento e ogni anno del nuovo millennio. Molti i risultati ottenuti ma molti anche quelli in lista d’attesa.
Dal 9 marzo proviamo ad intensificare il lavoro concreto. Ormai tutti sanno che le donne guadagnano meno degli uomini, che fanno carriere più corte e più faticose, che raramente raggiungono incarichi di grande prestigio e, perché no, di grande potere. Detto questo – che per inciso ripetiamo ogni anno – cosa facciamo da oggi?
Nel piccolo e nel grande. Nel contesto locale e in quello nazionale.
Il Pd provinciale aretino sta cercando di fare del suo meglio: Presidente dell’Assemblea provinciale è una donna, in Segreteria provinciale poco meno della metà dei componenti sono donne, abbiamo unaconsigliera regionale su due eletti e molte sindache. Basta? No. Dobbiamo fare di più. Con la Conferenza provinciale delle donne democratiche intendo aprire un confronto perché la presenza femminile sia semprepiù forte nel gruppo dirigente del partito. L’intero Pd provinciale insieme ai territori dovrà riflettere sulla presenza femminile nelle liste delle prossime amministrative che si terranno a Montevarchi, Sansepolcro, Civitella, Anghiari.
Il contributo delle donne dovrà essere centrale nella conferenza programmatica provinciale che faremo nelle prossime settimane.
Quanto possiamo fare a livello locale, non rappresenta però molto se nel contesto nazionale si mantengono i muri di gomma sui quali le richieste rimbalzano con qualche mimosa che l’8 marzo attutisce la caduta.
Molto può fare il Governo anche se la sua composizione non ha dimostrato grande attenzione alle donne. Il Pd ha comunque fatto tre proposte serie indicandole come prioritarie e quindi per un concreto oggi e non per un ideale domani. La legge sulla parità salariale; il reddito di libertà per le donne vittime di violenza e il fondo per l’imprenditoria femminile.
Poco? Tanto? Intanto iniziamo affinchè l’8 marzo sia davvero un momento di pausa e di festa nel quotidiano lavoro per la parità di genere.