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Terremoto Pd, Zingaretti: “Mi vergogno, lascio e non torno indietro”. Gelo toscano. Ruscelli: “È tempo di ricostruire”

Nicola Zingaretti, con un vero e proprio atto d’accusa, si dimette dal ruolo di segretario nazionale del PD. Sostegno da Fabiani, gelo da Bonafè, Giani e NardellaRuscelli, segretario del Pd provincia di Arezzo, Ceccarelli e Enrico Rossi: “L’assemblea nazionale respinga le dimissioni“. 

“Lo stillicidio non finiscescrive Nicola Zingaretti – mi vergogno che nel Pd, partito di cui sono segretario, da 20 giorni si parli solo di poltrone e primarie, quando in Italia sta esplodendo la terza ondata del Covid, c’è il problema del lavoro, degli investimenti e la necessità di ricostruire una speranza soprattutto per le nuove generazioni. Sono stato eletto proprio due anni fa. Abbiamo salvato il Pd e ora ce l’ho messa tutta per spingere il gruppo dirigente verso una fase nuova. Ho chiesto franchezza, collaborazione e solidarietà per fare subito un congresso politico sull’Italia, le nostre idee, la nostra visione. Dovremmo discutere di come sostenere il Governo Draghi, una sfida positiva che la buona politica deve cogliere. Non è bastato. Anzi, mi ha colpito invece il rilancio di attacchi anche di chi in questi due anni ha condiviso tutte le scelte fondamentali che abbiamo compiuto. Non ci si ascolta più e si fanno le caricature delle posizioni. Ma il Pd non può rimanere fermo, impantanato per mesi a causa in una guerriglia quotidiana. Questo, sì, ucciderebbe il Pd. Visto che il bersaglio sono io, per amore dell’Italia e del partito, non mi resta che fare l’ennesimo atto per sbloccare la situazione. Ora tutti dovranno assumersi le proprie responsabilità. Nelle prossime ore scriverò alla Presidente del partito per dimettermi formalmente. L’Assemblea Nazionale farà le scelte più opportune e utili. Io ho fatto la mia parte, spero che ora il Pd torni a parlare dei problemi del Paese e a impegnarsi per risolverli. A tutte e tutti, militanti, iscritti ed elettori un immenso abbraccio e grazie. Ciao a tutte e tutti, a presto”.

Insomma, parole pesanti quelle di Nicola Zingaretti, per una decisione che appare sofferta, ma non improvvisata. Che non suscita nessuna reazione ufficiale da Simona Bonafè, eurodeputata per il Partito Democratico, nonché segretario regionale del PD in Toscana, così come dal presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, nè dal Sindaco di Firenze Dario Nardella, a più riprese critici con l’azione del segretario nazionale e presidente della Regione Lazio. Francesco Ruscelli, segretario del Partito Democratico aretino, l’ex presidente della Regione Toscana Enrico Rossi e il capogruppo Pd in Consiglio Regionale Vincenzo Ceccarelli, pur comprendendo le ragioni del segretario nazionale, lo invitano ad un ripensamento. A livello regionale, da registrare la presa di posizione di Valerio Fabiani, vice segretario regionale del partito:

“Il Partito Democratico, l’Italia e tutti i progressisti di questo nostro Paese hanno ancora bisogno della passione, della generosità e dell’impegno di Nicola Zingaretti. Caro segretario, siamo con te e con la tua battaglia per cambiare il Pd e l’Italia. Una battaglia che è appena cominciata e che la comunità delle democratiche e dei democratici è pronta ad affrontare al tuo fianco”.

Francesco Ruscelli, segretario provinciale del Pd aretino, chiama a raccolta i suoi, annunciando di volersi attivare per un’azione a sostegno di Zingaretti: 

“In questi due anni Nicola Zingaretti ha svolto il ruolo di Segretario del Partito Democratico con correttezza e lealtà, guidandolo nella peggiore fase della storia del paese e rispettandone sempre gli organismi e le persone.
Non ci eravamo più abituati.
Le lancette dell’orologio del PD non possono tornare indietro.
Ora è il momento di affrontare la crisi sanitaria ed economica e di parlare al paese rifondando profilo, identità e missione del partito per marcare il nostro ruolo nel sostegno al governo Draghi.
Esprimo stima nei confronti di Nicola e confermo la mia personale fiducia nel suo lavoro.
L’assemblea nazionale respinga all’unanimità le dimissioni del segretario.
Nei prossimi giorni coinvolgerò i massimi organismi dirigenti del partito, gli amministratori e le strutture territoriali in una discussione franca e seria su questo.
È tempo di ricostruire. Davvero”.

Sulla stessa posizione di Ruscelli, Vincenzo Ceccarelli, capogruppo Pd in Consiglio Regionale, esorta Zingaretti ad un ripensamento:

“Spero che le dimissioni di Zingaretti pongano fine ad un dibattito lacerante, logorante ed autodistruttivo che da giorni lo vedono come bersaglio, con il risultato di indebolire l’immagine del PD, la sua azione e la possibilità di incidere positivamente nell’azione del governo Draghi. Ora ognuno si assuma la sue responsabilità, ma negli organismi dirigenti e non esternando sui media. Spero, anzi, invito i componenti dell’assemblea nazionale a respingere le dimissioni chiedendogli di continuare a svolgere il ruolo per il quale 1,2 milioni di cittadini lo hanno eletto appena due anni fa. Sono stati anni difficili dove il PD è comunque uscito dall’isolamento, ritornato forza di governo, recuperando consensi nonostante due scissioni. Spero che Nicola, al quale rinnovo la mia stima, accetti di continuare a guidare il partito affermando con maggior nettezza la linea politica fin qui approvata dagli organismi dirigenti, ponendo fine all’oligarchia delle correnti, che rischia di paralizzare e fare implodere il Pd, uccidere valori ed idee e svilirne ruolo ed identità. Non serve tornare ad una nuova conta sui nomi. Occorre semmai avviare un congresso tematico, dove si torni a confrontarsi sulle idee, sulle proposte, sulle cose da fare per tornare a parlare ai più deboli, per combattere le diseguaglianze crescenti, per affermare le pari opportunità, per essere un partito che rende più nitida la sua identità di sinistra. Continuare lo scontro sugli assetti e sui nomi in piena pandemia è veramente da marziani. Forza Nicola c’è ancora molto da fare”.

Anche Enrico Rossi, ex presidente della Regione Toscana, commissario del partito in Umbria, si schiera per un ripensamento: “Zingaretti si è dimesso.Voglio prima di tutto esprimere solidarietà al segretario del partito fatto da tempo “bersaglio” di lotte interne per il potere.Ma il PD e l’Italia hanno ancora bisogno di lui.L’Assemblea nazionale deve confermare la fiducia a Nicola e chiedergli di restare segretario.Ma non basta perché non si può ricominciare come prima.Occorre che sia affidato in modo chiaro a Zingaretti il compito di comporre la segreteria e tutti gli organismi dirigenti e le delegazioni di rappresentanza, dentro il partito e dentro le istituzioni, a ogni livello, come egli riterrà più opportuno sulla base di sue valutazioni, al di fuori di logiche correntizie e di potere.Nicola è l’unico legittimo segretario del PD, votato da 1.200.000 cittadini elettori e iscritti.Ognuno faccia sentire la sua voce chiedendo a Nicola di restare segretario e usando ogni mezzo per fare arrivare questo messaggio ai membri dell’assemblea nazionale e della direzione”. E poi: “Non è parlare d’altro rispetto alle dimissioni del segretario del partito se oggi, a mio avviso, è giusto sottolineare che l’Istat ci avverte che in Italia ci sono, soprattutto al Nord, 1 milione di persone in più in povertà assoluta. Sono operai, impiegati, molti lavoratori autonomi che a causa della crisi pandemica ed economica non riescono più letteralmente a mettere insieme il pranzo con la cena. Ha ragione Zingaretti. Il PD dovrebbe discutere dei problemi reali dei cotte dei lavori e su questi dovrebbe impegnarsi e non in lotte intestine per le poltrone e per il potere”.

Fonte: arezzo24.net