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Riapriamo Piero. A noi interessano le soluzioni, ad altri solo le polemiche

Dichiarazione congiunta del segretario provinciale del partito Democratico Francesco Ruscelli e del segretario comunale Alessandro Caneschi.

Un consigliere comunale di Forza Italia di Arezzo sembra essere più interessato a polemizzare col PD che della mancata apertura al pubblico degli affreschi di Piero della Francesca.


Per parte nostra confermiamo quello che avevamo detto, e cioè che rispetto alla riapertura dei musei aretini, il sindaco Ghinelli si era mostrato poco attento. Se poi la data del 10 luglio, che doveva essere quella della riapertura della cappella Bacci, di Casa Vasari, del museo archeologico, del museo di arte medievale e moderna è passata, senza che fossero di nuovo vistabili gli affreschi di Piero è una cosa che ci preoccupa. Ma quest’annuncio non l’aveva fatto il PD, bensì il direttore del polo museale della Toscana Stefano Casciu. E siccome il direttore è persona capace, che non si perde in annunci, vorremmo sapere cosa è accaduto. Di questo dovrebbe darsi pensiero il consigliere comunale di Forza Italia e non di contestare il PD.


Perché prosegue una chiusura che penalizza la città di Arezzo? Noi riteniamo che l’amministrazione comunale avrebbe dovuto muoversi non solo per avere certezze sulle date ma anche per capire se vi erano di problemi per la riapertura della Cappella Bacci. Le interrogazioni parlamentari sono utili, ma in queste situazioni servono a poco, chi si doveva dare da fare era il comune.


Per parte nostra ci impegneremo non solo a capire quello che è successo ma anche a far si che, se ci sono complicazioni, vengano risolte. Invece il consigliere comunale di Forza Italia sembra trovare piacere nell’annunciare che la Cappella Bacci rimarrà chiusa, a dimostrazione, secondo la sua logica, che il Ministro e il PD si portano sulle spalle questa responsabilità. Una visione meschina. Circa due anni fa il direttore Casciu, denunciava la carenza di personale come uno dei grandi problemi del polo museale aretino, unito all’assenza di una politica di promozione mirata alle bellezze storico artistiche. Il sindaco in questi due anni cosa ha fatto per trovare rimedio a questa situazione? Che cosa ha fatto per migliorare la conoscenza del polo museale aretino che, come sostengono valenti studiosi, non può vivere solo di Piero, visto che esistono altri siti che al loro interno hanno meraviglie di prestigio inestimabile? Risponda a queste domande il consigliere comunale di Forza Italia invece di menare il can per l’aia.